La Repubblica intervista Gianandrea Ferrajoli: “Il futuro del trasporto pesante passa dall’energia verde”

La Repubblica intervista Gianandrea Ferrajoli: “Il futuro del trasporto pesante passa dall’energia verde”

La possibilità di ridurre le emissioni inquinanti certamente continuerà nei prossimi anni, ma sarà fortemente condizionata dalla rapidità con la quale il parco circolante verrà rinnovato. L’Italia ha in mano un’opportunità straordinaria di aggiornare il numero di autoarticolati su strada e raggiungere più obiettivi: dalla diminuzione dei consumi, delle emissioni di Co2 e degli inquinanti atmosferici alla riduzione della spesa per il carburante fino ai benefici per la sicurezza stradale”Gianandrea Ferrajoli non ha alcun dubbio sul fatto che il futuro dell’autotrasporto aziendale debba passare dalle sfide dell’innovazione e della sostenibilità. Non è un caso che la Mecar, l’azienda di vendita, noleggio e assistenza di camion e veicoli commerciali di cui è al timone, stia percorrendo da parecchio tempo questo doppio binario. E che nel corso dell’intervista concessa ad Energitalia di Repubblica, il numero uno dell’azienda di Nocera Superiore tocchi quasi sempre l’uno o l’altro fronte, se non entrambi.

Partiamo dal vostro cavallo di battaglia: il gas naturale liquefatto (Lng). Voi lo state promuovendo da tempo come carburante indispensabile per una cultura dei trasporti realmente attenta e sensibile alla sostenibilità ambientale. Quali sono gli elementi che vi inducono a considerarlo un “game changer”?
Sono i dati a dirci che si tratta di un’innovazione disruptive per la sostenibilità ambientale. Parliamo, infatti, di una riduzione del 25% delle emissioni di Co2 e di oltre il 90% di NoX particolato, un grande cambiamento per una migliore ecosostenibilità del settore dei trasporti e della logistica. Nel 2018 il trasporto merci su gomma in Italia ha raggiunto i 167,5 miliardi di tonnellate per chilometro, rappresentando l’87% della logistica cioè più del dato medio europeo pari al 76%. Purtroppo, però, il parco circolante italiano risulta essere tra i più datati d’Europa: i veicoli di portata maggiore o uguale alle 16 tonnellate hanno un’età media di 11,3 anni, con il trend attuale saranno necessari 11 anni per sostituirli tutti.

È su questo fronte specifico che si giocherà la partita?
La possibilità di ridurre le emissioni inquinanti certamente continuerà nei prossimi anni, ma sarà fortemente condizionata dalla rapidità con la quale il parco circolante verrà rinnovato. L’Italia ha in mano un’opportunità straordinaria di aggiornare il numero di autoarticolati ad oggi su strada e raggiungere simultaneamente più obiettivi: dalla diminuzione dei consumi e delle emissioni di Co2 e di inquinanti atmosferici, alla riduzione della spesa per il carburante, ai benefici per la sicurezza stradale.

A giugno 2018 avete inaugurato con Iveco il primo impianto Lng nel Sud-Italia. Crede che sarà un volano per la valorizzazione del trasporto eco-sostenibile?
Questo è il coronamento di un lungo percorso iniziato 3 anni fa quando abbiamo iniziato a commercializzare i primi veicoli Lng. Li abbiamo consegnati presso la concessionaria Ara di Parma, situata in prossimità del distributore Lng di Piacenza che è la prima stazione di rifornimento di gas naturale liquefatto nel nostro Paese. L’investimento in partnership con Iveco per la realizzazione del primo impianto Lng nel Sud-Italia è un trampolino di lancio per la diffusione di una cultura attenta alla sostenibilità dei trasporti.

Veniamo al versante tecnologico, ormai sempre più vicino al mondo dell’energia. Quale valore aggiunto offre l’integrazione delle tecnologie di Internet of things, big data, intelligenza artificiale e blockchain con il tema dell’eco-sostenibilità?
I colossi delle spedizioni hanno la necessità di essere incredibilmente rapidi. Le tecnologie della Quarta rivoluzione industriale, ma soprattutto si stanno rivelando fondamentali nell’evoluzione della logistica: un settore che accompagna l’uomo dalla costruzione delle piramidi, passando per la lega anseatica e la nascita della ferrovia, e che oggi sta ancora una volta cambiando pelle in modo radicale. Tra tutte, l’innovazione più recente e rivoluzionaria è sicuramente la blockchain che presenta un aspetto cruciale per tutti i settori, logistica compresa: è uno strumento incorruttibile che rileva e traccia ogni anello della catena di flussi che sono i processi complessi. Affinché la logistica impatti meno sul pianeta e contribuisca in modo positivo alla vita di tutti, riducendo l’alto prezzo che paghiamo oggi, ogni vettore deve attenersi a dei parametri di ecosostenibilità che la blockchain può verificare e certificare.

Nell’ambito dei trasporti si fa spesso riferimento all’assenza di una cultura attenta e sensibile per spiegare il ritardo sul fronte della sostenibilità ambientale. In che modo se ne può favorire la nascita e la diffusione?
Una cosa è certa: non siamo sulla buona strada. Da oggi al 2050, l’economia mondiale dovrà impegnare in media il 2% del suo Pil in soluzioni innovative per la decarbonizzazione, puntando su fonti rinnovabili, efficienza energetica ma anche e soprattutto tecnologie abilitanti. Purtroppo, i consumi di energia primaria tradizionale invece di diminuire sono aumentati, trainati dai trasporti e dalle attività industriali che sono strettamente collegate. Una grande responsabilità va quindi imputata alla logistica.

Come si esce da queste sabbie mobili?
La parola d’ordine è informazione: niente è più efficace di una buona campagna informativa che spieghi con esattezza e precisione la rilevanza della diffusione di una cultura attenta e sensibile a tematiche di importanza globale. È importante sensibilizzare l’opinione pubblica rispetto a queste tematiche, è un impegno istituzionale che ho voluto concretizzare perché la sostenibilità ambientale, il surriscaldamento climatico, la gravità dell’emissioni di anidride carbonica e particolati, sono argomenti i cui effetti colpiscono inevitabilmente tutti noi.

A fine 2018 avete scommesso insieme a Digital Magics su Macingo, startup calabrese che offre una piattaforma di condivisione logistica per il settore dei trasporti di merce ingombrante. Quali sono i vantaggi che vi aspettate da questa collaborazione? E, in generale, cosa cercate nei progetti di open innovation come questo?
L’investimento è stato per noi un’opportunità molto importante perché ci ha permesso di valorizzare una realtà emergente del Sud-Italia che ci consentirà di ottimizzare la logistica per abbattere ancora di più costi ed emissioni. Macingo consente, infatti, di acquistare facilmente un trasporto merci direttamente online risparmiando fino all’80%. Progetti di open innovation come questi ci permettono di captare con maggiore precisione i mutamenti che i processi economici stanno subendo a seguito della più ampia cultura dell’innovazione. Sono le nuove imprese digitali a contribuire con forza a quelli che sono i reali cambiamenti attraverso idee innovative, soluzioni che migliorano i processi produttivi e nuove competenze specifiche che vanno ad arricchire il bagaglio delle imprese che decidono di investire su queste realtà, proprio come Mecar.

INTERVISTA realizzata da Energitalia di La Repubblica